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Smart city, dalla teoria alla pratica: Torino sperimenta la piazza intelligente

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Feb 1, 2017

Piazza Risorgimento, un popolare spazio di quartiere, si trasforma per tre mesi nella “prima piazza smart d’Italia”. Un ambiente pubblico sperimentale, dove l’innovazione si interconnette creando nuove relazioni tra gli abitanti

Da tempo si sente parlare di “città intelligente”. Ed era forse giunto il momento di passare dalla teoria alla pratica, almeno in via sperimentale. Torino ha deciso di farlo partendo da piazza Risorgimento, un popolare spazio del quartiere Campidoglio, che per tre mesi si trasforma nella “prima piazza smart d’Italia”. Un esperimento, inserito nell’ambito del progetto Torino Living Lab , sostenuto dalla Città per promuovere, sviluppare e testare nuove soluzioni in un contesto reale. “Si tratta di innovazioni pratiche e di natura ambientale legate alla valorizzazione dei consumi energetici e di soluzioni semplificate che i cittadini potranno sperimentare, per ora temporaneamente, testando da vicino le migliorie che possono incidere concretamente nella vita quotidiana” ha sottolineato Stefania Giannuzzi, assessora comunale alle Politiche legate all’ambiente.

Illuminazione intelligente, monitoraggio dei consumi idrici ed elettrici, sensori in grado di comunicare sullo smartphone quando si libera un parcheggio e una palestra outdoor che permette di visualizzare video formativi per eseguire gli esercizi in modo corretto. Sono solo alcune delle innovazioni utilizzate per questo nuova piazza, ri-progettata, si legge nella presentazione, come “uno spazio pubblico in grado di offrire opportunità di socializzazione e inclusione per ogni fascia d’età”.

Andando a guardare con i propri occhi, la nuova piazza sembra mettere d’accordo grandi e piccini. Da un lato, l’area giochi rinnovata pullula di bambini, dall’altro, la bocciofila ha trovato nuova vita. Oltre a questi spazi classici, risalta la presenza delle numerose innovazioni segnalate da un sistema di pannelli informativi colorati che vuole sottolineare i diversi ambiti di trasformazione: rosso per l’architettura, verde per l’ambiente, azzurro per la tecnologia e giallo per l’inclusione sociale.

Diversi ambiti, diverse innovazioni, in un unico ambiente, interconnesso. A concepire questo nuovo universo urbano è stata Planet Idea . “Proprio l’interconnessione delle diverse innovazioni è la chiave per leggere il progetto nel suo complesso” ha sottolineato Giovanni Savio, presidente di questa società di ingegneria già impegnata in Brasile nel progetto Laguna Residential, la prima “social smart city al mondo, progettata secondo le regole di una città intelligente ma interamente rivolta al social housing”.

Ma in che modo si realizza una città intelligente attenta ai bisogni della gente? “Mettendo a sistema tutta una serie di azioni – ha spiegato Giovanni Savio – che vanno dalle reti elettriche e idriche, attraverso sensori e contatori elettronici, fino al bike sharing per muoversi in città. Occorre quindi unire queste tecnologie e renderle fruibili ai cittadini” come nel caso di piazza Risorgimento. “Tutto ciò – ha continuato il presidente di Planet Idea – è ben rappresentato dall’applicazione, PlanetAppSquare, dove gli utenti della piazza possono controllare in tempo reale i consumi, la disponibilità di parcheggi e le telecamere poste all’interno dell’infopoint. Cercheremo, inoltre, di aprire una parte interattiva anche sull’app. Perché oltre a proporre le cose che sappiamo fare, possiamo progettarne altre insieme ai cittadini”.

La parte social, tuttavia, non si limita alla sola applicazione. Anzi, si interseca con una pratica molto concreta, quella dell’orto urbano, che in piazza Risorgimento ha generato nuove relazioni. “Siamo partiti – ha spiegato ancora Savio – pensando semplicemente di dare la possibilità alle persone di coltivare i propri prodotti. Ma fin da subito il perimetro si è allargato. Le persone che coltivano hanno creato una comunità su WhatsApp dove si scambiano informazioni, consigli, ricette e postano i piatti cucinati con le verdure dell’orto. Quello che a noi piace tanto, nella nostra visione di città smart, è questo: la connessione tra la società e la tecnologia che ci dà informazioni e servizi”. E così, grazie a questa combinazione, progetti social come l’orto urbano o il bookcrossing, diventano ancora più interattivi.

Fonte: La Stampa Tuttogreen, articolo di Giuseppe Iasparra.